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Autocostruzione della locomotiva a vapore gruppo 880

NOTE STORICHE

Le locomotive del gruppo 880 derivano dalle 875, di cui sono la versione a vapore surriscaldato. Furono costruite in 60 esemplari fra il 1916 e il 1922 e numerate da 880.001 a 880.060. Fra il 1931 e il 1933, 28 locomotive del gruppo 875 (a vapore saturo), furono trasformate in locomotive a vapore surriscaldato e mutarono la classificazione in 880, con il numero di servizio aumentato di 100. Ad esempio la 875.057 divenne 880.157 e così via. Queste locomotive furono costruite per il servizio su linee pianeggianti con treni passeggeri e merci di modesta composizione. Per la loro versatilità furono apprezzate anche da diverse ferrovie in concessione, che ne noleggiarono diverse unità. Fra queste società spiccano le Ferrovie del Sud-Est, che ne noleggiarono ben 13. Una unità (la 004) fu noleggiata anche alla Ferrovia Alta Valtellina negli anni '60. Durante la loro carriera prestarono servizio un poi in tutta Italia, con esclusione della Sicilia e della Sardegna. Fra i Depositi che le ebbero in dotazione in maggior numero sono da ricordare Cremona, Novara e Cuneo, dove le 880 prestavano servizio sulle linee secondarie facenti capo a queste località. Negli ultimi anni di servizio le 880 furono impiegate anche per la manovra. L'ultimo impiego di linea per le 880 fu, nel 1978, il servizio merci sulla Cuneo-Airasca, a causa delle cattive condizioni del binario che non consentiva il passaggio di locomotive Diesel più pesanti. Successivamente ci fu ancora qualche sporadico impiego per le 880 come locomotive da manovra fino alla metà degli anni '80, oltre naturalmente ai treni speciali per appassionati. Attualmente sopravvivono ancora 18 locomotive di questo gruppo, in gran parte conservate in musei o come monumento. Un esemplare, precisamente la 880.157, ha prestato servizio fino alla fine del 2000 su una ferrovia turistica francese. Oggi la 880.051 è l'unica locomotiva di questo gruppo funzionante in Italia. La 880.051 è stata recuperata nel Gennaio 1999 a Udine, dov'era tenuta accantonata di scorta e inattiva da diversi anni (salvo un'uscita nel 1997). Le sue condizioni erano complessivamente buone, cosicché la locomotiva ha potuto affrontare il lungo viaggio da Udine a Tirano con i propri mezzi. A Tirano è stata subito sottoposta ad una riverniciatura e nel 1999 è stata intensamente utilizzata, specialmente in testa ai treni turistici organizzati dalla Ferrovia del Basso Sebino, sulla linea Palazzolo-Paratico. Dopo una pausa di un anno, la locomotiva ha subito nei primi mesi del 2001 una Riparazione Speciale, con rifacimento integrale del fascio tubiero, effettuata a Tirano dai Soci del Gruppo, con l'aiuto di personale specializzato delle FS di Firenze e Bologna. La 880.051 ha ripreso servizio nel mese di Aprile 2001, assegnata ufficialmente al Deposito di Lecco. La 880.046 assegnata a Cuneo fino alla metà degli anni '70, fu successivamente trasferita a Bari, dove trovò impiego nel servizio di manovra negli scali del capoluogo pugliese fino alla fine del 1980, quando fu accantonata. Destinata a essere posta come monumento nel comune di Toritto (BA), non venne tuttavia mai collocata. Nel 1996 é stata presa la decisione di rimettere la locomotiva in ordine di servizio per l'effettuazione di treni speciali nel Lazio. La macchina è stata quindi trasferita da Bari al deposito di Roma San Lorenzo, dove è iniziata la riparazione, purtroppo interrotta dopo pochi mesi. Dal mese di Febbraio 2001 anche la 880.046 è stata assegnata al deposito di Lecco, prossimamente si procederà al suo trasferimento da Roma a Tirano.

DISEGNO CAD

Partendo da diversi figurini con le giuste quote, e decine di foto del modello reale nonchè osservando i modelli prodotti, ho creato il modello 3D della loco, utilizzando gli spessori dell'opera finale che sarà realizzata prevalentemente in plasticard da 0,5mm al solito possiamo suddividere la costruzione in alcuni sottoparti, tale suddivisione ci aiuta a suddividere meglio il lavoro, suddividendo meglio l'impegno nel tempo e creando dei punti di riferimento, da cui eventualmente ripartire in caso di errore.

MATERIALI

ATTREZZI

RUOTE

Le ruote al vero sono di diametro 1510mm e 950mm di conseguenza sono necessarie per la scala H0 delle ruote di diametro 17,4mm a 14 razze e 10,4mm a 10 razze. La cosa più semplice è quella di richiederle come ricambio alla Gieffeci o alla Roco. In alternativa si possono cercare nell'assortimento di Alan Gibson o Romford

STAMPA

stampare i disegni su un foglio di carta autoadesiva formato A4. verificare con un righello di aver rispettato la scala misurando il riscontro di 10cm. se la misura non corrisponde effettuare una seconda stampa o fotocopiare con un'alterazione di scala adeguata. Incollare le sezioni del disegno sul plasticard dello spessore indicato.

UN METODO PER FARE LE CHIODATURE

sui disegni sono riportate le tracce delle numerose chiodature, per eseguirle bisogna praticare dei fori di diametro 0,2-0,3mm rigorosamente a mano. dopo che il pezzo è finito in tutte le sue parti si inseriscono nei fori degli spezzoni di filo di ottone dello stesso diametro, lunghi un paio di cm. una volta completata la posa dei fili, si incollano sul lato posteriore con colla ciano acrilica. quando la colla è asciutta si rifinisce il retro eliminando l'eccesso di colla, colmando le parti dove la colla non ha fatto presa. come ultimo passaggio con un tagliaunghie si taglia l'eccesso di filo sul fronte fino a ottenere dei pezzettini di filo che simulano la chiodatura.

DAL PIU' PICCOLO AL PIU' GRANDE

vale sempre la regola "dal più piccolo al più grande" Praticare tutti i fori dal più piccolo al più grande. Tagliare le finestre praticando dei fori sottili agli angoli. Tagliare i bordi, iniziando sempre dagli elementi più sottili. Realizzare le eventuali chiodature. Realizzare le eventuali incisioni o scanalature. Rifinire le superfici, con grana via via più fine e per terminare con carta abrasiva ed acqua.

PANCONI

praticare i numerosi fori da 0,3mm. praticare i fori da 1,5 mm per i respingenti. tagliare i profili delle piastre portarespingenti e portagancio. tagliare i bordi. montare i vari strati come mostrato nello schema. realizzare le chiodature inserendo il filo di rame o ottone. rifinire le superfici.

GRUPPO CILINDRI

tagliare i vari pezzi del disegno, comporre un sandwich di 11 strati per ogni lato ,o al limite usare plasticard di spessore maggiore. incollare i pezzi più grandi alla estremità, infine utilizzare carta abrasiva fine per correggere le imperfezioni.

ASSEMBLAGGIO TELAIO

montare i pezzi come da schema, curando che tra le facce interne dei montanti laterali vi siano 12mm e l'ingombro esterno sia 13.5mm. lo strato esterno è quello in plasticard da 0.25mm incollare le traverse di testa e di coda facendo attenzione che gli incastri siano ben combacianti

CALDAIA

per realizzare la caldaia si deve usare uno spezzone di tubo in plastica di diametro 16mm per sagomarla si fa uso della dima da stampare su carta adesiva. si effettuano i fori per il duomo per la sabbiera e il camino, si sagoma l'incastro per montarla sui serbatoi dell'acqua.

Massimo Milazzo